Associazione Guide e Scouts San Benedetto |
Per te genitore |
CONOSCI GLI SCOUT?
Oggi nel mondo esistono numerose associazioni scout, ciascuna con proprie peculiarità e caratteristiche.
Nonostante gli anni, il metodo educativo scout è sempre attuale perché basato su elementi di ordine naturale ed oggettivi dell'animo giovanile. Il metodo scout risponde alle esigenze dei ragazzi e alle sue naturali inclinazioni:
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Lo scautismo è vita all’aria aperta. La natura offre al ragazzo un ambiente e dei ritmi indispensabili al suo sviluppo fisico e mentale. Inoltre, a contatto con la natura, il ragazzo scopre il "privilegio" di essere creatura, di vivere direttamente l'incontro con il creato, comprendere i suoi ritmi, stupirsi del suo silenzio, gustare il cielo stellato, il vento e tutto quanto offre.
Lo scautismo è anche gioco e avventura. Questi sono strumenti utilissimi per la formazione caratteriale del ragazzo. Il metodo scout, mediante il gioco, gli permette di misurarsi con sé stesso e con gli altri; lo aiuta a sviluppare le proprie doti e a conoscere ed accettare i propri limiti; li stimola ad esercitare le capacità motorie, cognitive, creative e percettive; gli insegna la collaborazione, la sperimentazione, la lealtà; lo stimola a proporre ed intraprendere; lo educa all'impegno; costruisce e consolida i rapporti di amicizia. Nel gioco ritrova la gioia della conquista, l'entusiasmo della competizione, il brivido dell'imprevisto, elementi che hanno la loro importanza in ambito educativo. Il gusto del rischio, segno di gioventù e molla di ogni iniziativa, è orientato dallo scautismo verso quelle imprese educative nelle quali lo sforzo comporta l'audacia e la padronanza di sé. Lo scautismo è, per sua natura, un gioco serio e allo stesso tempo appassionante ed avventuroso.
Lo scautismo è formazione attiva. Nello scautismo, ogni ragazzo ed ogni ragazza vengono vivamente interessati alla loro educazione, in quanto è con la loro stessa attività personale che possono cogliere le occasioni di conoscere e fare esperienze. In questa ottica il lavoro del capo consiste principalmente nel suscitare nei ragazzi l’ambizione di imparare da soli. B.-P. sottolinea che nello scautismo i ragazzi sono protagonisti attivi nell’opera della loro educazione.
Lo scautismo è servizio del prossimo. L’educazione al servizio del prossimo si sviluppa ingenerando in ciascuno lo spirito di buona volontà e offrendo la possibilità di attuare nel concreto tale spirito nel servizio degli altri. La Buona Azione quotidiana, «primo dovere di uno scout», non è che il primo obiettivo da raggiungere; essa distoglie poco a poco ciascuno dalle sue preoccupazioni egoiste e lo orienta verso i bisogni dell'altro.
Lo scautismo è un ambiente di età nel quale dei giovani si riuniscono per agire nello stesso spirito e seguendo la stessa Legge e la stessa Promessa scout, per realizzare la grande aspirazione che li fa fremere e li stimola: crescere!
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Pensiero di oggi: L'uomo che è cieco alle bellezze della natura ha perduto metà del piacere di vivere (BP) |
Il Campo Estivo e la giornata dei genitori |
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Categoria: ARTICOLI - GIOCARE il GIOCO | ||
Inserito 10 Febbraio 2013 | ||
Tra le nostre fila serpeggia ormai l’idea della resa. Non resta che issare bandiera bianca e subire la tortura dell'ingestione forzata di: sei teglie di pasta al forno, tre teglie di cannelloni, una “bagnina” di insalata, 150 carciofi, 10 chili di salsiccia alla pizzaiola, 5 chili di crasto, tre casse di acqua minerale, 24 bottiglie di birra, 10 litri di vino di San Giuseppe bianco e rosso, coca-cola, fanta e sprite rinfrescate da un blocco di ghiaccio, cannoli siciliani o cassata, ecc..
Ecco come la giornata dei genitori al campo è stata trasformata in qualcosa di molto diverso, stile scampagnata! La giornata dei genitori al campo estivo (se prevista) dev’essere un’altra cosa. Completamente un’altra cosa.
Nello scrivere quest’articolo vorrei rendere, per prima cosa, giustizia al CAMPO scout. Sì, avete capito bene. Rendiamoci conto che andare al Campo significa: fare un passo indietro (anche nel tempo), rallentare i ritmi di questa vita frenetica, essere meno imborghesiti, uscire dalle mode, rinunciare, faticare… Detto con due parole: “essenzialità e semplicità”, ecco cosa è un CAMPO come lo ha concepito Baden-Powell. "Il campo é la parte gioiosa di una vita scout. Vivere fuori all'aperto, tra montagne ed alberi, tra uccelli ed animali, tra mari e fiumi, in una parola vivere in mezzo alla natura di Dio, con la propria casetta di tela, cucinando da sé ed esplorando: tutto questo reca tanta gioia e salute, quanto mai ne potete trovare tra i muri ed il fumo della città". B.-P.
Una delle intuizioni fondamentali del nostro fondatore, che mantiene ancora oggi la sua validità, è l'importanza della vita all'aperto: essa è essenziale per il metodo scout. La vita all'aperto è l'ambiente educativo per antonomasia perché reale, in cui i problemi e le difficoltà non sono artificiali, ma dipendono dall'ambiente stesso. “Lo scautismo è un bel gioco se ci diamo dentro e lo prendiamo nel modo giusto con vero entusiasmo. E come per altri giochi scopriamo che, anche giocando, guadagneremo forza nel corpo, nella mente e nello spirito. Ma non dimenticatelo, si tratta di un gioco all'aria aperta, e dunque ogni volta che ne capiti l'occasione andatevene all'aperto". B.-P. Se piove bisogna costruire un riparo, per cucinare bisogna raccogliere la legna e saperla accendere, per orientarsi bisogna saper leggere una cartina, ecc..
La voce del Capo
Il campo è ciò che attira i ragazzi. È al campo che il capo ha la sua grande occasione. Egli può far entusiasmare i ragazzi con lo spirito che il metodo richiede; lo spirito è tutto. Una volta che esso sia sviluppato, tutto viene con facilità: senza di esso, riuscire a dare al ragazzo una formazione scout è praticamente impossibile.
È una vita semplice, senza artifici e senza trucchi, la vita rude del campo, le esigenze austere della vita all’aria aperta, il cibo frugale, dormire sul duro, una carità pratica da vivere e non da pensare o meditare soltanto.
Innanzitutto il campo è “concepito” e “partorito” come un figlio, dal Capo Riparto. È la sua opera d’arte, unica e irripetibile. Il Campo Estivo è la conclusione, è il coronamento di un intero anno di attività scout, è il momento privilegiato di crescita per ogni scout (ragazzo e capo) per la quantità e la qualità del tempo che i ragazzi e i capi passano a stretto contatto, per l'eccezionalità che un campo scout ha rispetto alla vita quotidiana; è un momento irrinunciabile della vita e della scelta scout. Esso è ben preparato e ben diretto, non si fa per fare qualunque cosa, ma occorre ideare attività adatte ai ragazzi e alle forze delle Squadriglie, oltre che al loro livello, per concludere l'anno scout in maniera adeguata. Attraverso esso è possibile raggiungere gli scopi dello Scautismo. Insomma, per dirlo in parole povere, uno scout che non partecipa al campo estivo è come… una ascia senza filo, una matita senza punta, una legatura senza cordino, un capo scout senza i “suoi” scout, un progettista senza l'autorizzazione a costruire.
Michel Menu in Arte e tecnica del Capo sottolinea come “Il campo scout, qualunque esso sia (vacanze di branco, cerchio, campo estivo di riparto, route di clan/fuoco a piedi, in bicicletta, in canoa od altro) non è mai un campeggio, o un soggiorno estivo, una colonia, o un trekking. Soprattutto il campo scout va vissuto con lo stile particolare che fa di esso il momento per eccellenza della vita dell'unità”. Al campo, l'uomo ridiventa, momentaneamente, contadino, montanaro o marinaio. Fa l'esperienza diretta con gli elementi: acqua, aria, sole, terra. Oggi, d'altronde, si contano i campeggi a decine di milioni e i villaggi di tela fioriscono a migliaia.
Lo scautismo non è camping, e non è neppure pionerismo, volo a vela o religione.
Lo scautismo definisce il campo come un mezzo di liberazione da tutte le furie moderne. Spiritualmente parlando, pone in faccia a Dio, l'uomo nudo, vero, intero. Lo rende attento. Praticamente, il campo è lo strumento che accorda tutti i motori della vita scout. Il capo scout fa da filo conduttore della storia a episodi che costituisce un anno scout, il suo programma illumina gli scouts per un trimestre e i Capi Squadriglia per un anno. Come il direttore dell'Istituto tecnico o il professore dell'Università, è l'uomo di 25 anni a cui tendiamo, il futuro padre, apostolo, cittadino, il futuro fidanzato, il futuro uomo impegnato nella società e nella Chiesa, ma perché quest'uomo nasca, è necessario una o due volte l'anno un respiro totale.
Torniamo alla “GIORNATA DEI GENITORI”. La giornata dei genitori al Campo non è assolutamente indispensabile, secondo la mia esperienza e non solo mia, per il buon andamento del Campo. Molti Riparti non hanno l'abitudine di effettuarla perché giustamente ritengono che essa spezzi l'atmosfera e lo slancio del Campo, introducendovi una certa confusione e un certo disordine. Quindi, se si riesce a farne a meno, l'andamento del Campo ne guadagnerà. Se invece è proprio necessario effettuarla e se si riesce ad impostarla bene, la giornata dei genitori può generare una corrente di simpatia e di appoggio.
Però occorre fare molta attenzione perché è una giornata sempre delicatissima da preparare, data l'importanza e il controproducente effetto che provoca se non riesce in pieno. Se questa giornata è vissuta nel mezzo del campo, può avere degli effetti inattesi nei ragazzi, come tristezza, nostalgia che suona come un'invito a lasciare il campo, pianti di qualche piede tenero o lupetto. Se le mamme tornano a casa convinte, o con il timore, che il proprio figlio mangia male, o dorme poco, o non è seguito, si sono sprecate metà delle possibilità di successo del Campo. In questa eventualità è preferibile evitare del tutto la giornata dei genitori.
E che dire delle visite improvvisate dei genitori o di altri estranei all’unità, anche fossero capi dello stesso gruppo? Il campo è un momento privilegiato per una unità quindi anche a questo riguardo, le visite al campo sono vietate (comprese quelle che avvengono “per caso” della serie “passavamo da queste parti”), che non avvengano per motivi ovvi e specifici ma solamente su CHIARO ED ESPRESSO INVITO DEL CAPO RIPARTO, mai per iniziative proprie. Sconfesso, senza tema di smentita, come deleterie e controproducenti la presenza al campo di ogni rover e capo che non siano il Capo Riparto e la sua staff e i rover in servizio (questi ultimi in ruoli congeniali ed in sintonia con il programma di clan). La ronda di Rover con il compito di nebuloso aiuto, con sedie a sdraio attorno ad un tavolino da pic-nic, sono senz’altro da escludere come elementi di disordine, indisciplina, scadimento dello stile generale e dell’atmosfera del campo. Chi desidera trascorrere le proprie ferie come in un camping, può farlo altrove! Sarà cura e dovere di ogni capo Gruppo, coscienzioso e preparato a evitare il decadimento del Campo Scout a camping, consigliando in tal senso i capi Unità.
Assolutamente sconsigliabile o, per meglio dire, da evitarsi in ogni caso, l'idea di far coincidere la giornata dei genitori con l'ultimo giorno di Campo, con la scusa che così si risparmia sul viaggio di ritorno. Questa ipotesi va scartata senza alcun timore, non solo perché in questo modo non si avrebbe la possibilità di mostrare ai genitori un Campo in ordine e ben funzionante e un Riparto in piena efficienza e attività, ma soprattutto perché la partenza avverrebbe in una baraonda di zaini, di sacche e di casse, senza alcuna possibilità di lasciare il posto ordinato e pulito e di chiudere il Campo con la stessa calma, con lo stesso stile e con lo stesso ordine con cui lo abbiamo iniziato e poi condotto per quindici giorni.
Se il Lupettismo tenesse il suo posto, se il Roverismo esercitasse un richiamo, se i Capi fossero attenti a equilibrare il loro Riparto... tutto sarebbe perfetto, ma il Lupettismo fa quel che può, il Roverismo qualche volta, invece di richiami, lancia grida un poco allarmanti. Il problema si pone, evidentemente, ogni volta che in luogo di fare del vero Scautismo si gioca alla ACR o all’oratorio, allora il Riparto tende alla sparizione, in poco tempo”. (M. Menu - Arte e tecnica del Capo)
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