Branca Scolte

La terza branca femminile

Le scolte

Lo Scoltismo è educazione alla responsabilità personale e alla scoperta della propria identità. Lo Scoltismo costituisce la terza fase del cammino educativo scout per il settore femminile. Esso è uno stile di vita che, se pienamente incarnato, fa della scolta una donna virtuosa e di carattere: sposa, madre e custode della famiglia, ma anche donna consacrata e impegnata nella società e nella Chiesa.

dormire sotto le stelle

Vivere la strada

Rispetto per la natura

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Chi Siamo?

Lo Scoltismo è educazione alla responsabilità personale e alla scoperta della propria identità. Lo Scoltismo costituisce la terza fase del cammino educativo scout per il settore femminile (età compresa tra i 16 e i 21 anni).
Esso è uno stile di vita che, se pienamente incarnato, fa della scolta una donna virtuosa e di carattere, consacrata e impegnata nella società e nella Chiesa.
Scopo dello Scoltismo è quello di mettere in risalto l’attualità del“genio femminile” (definizione utilizzata da Giovanni Paolo II) nella vita della società per riconoscere la donna come promotrice e portatrice di tutti quei valori umani e cristiani essenziali per la realizzazione di un mondo migliore.

Lo Scoltismo non è un fine ma strumento e veicolo di santificazione, di preparazione alla vita mediante la scoperta della propria vocazione. In quanto tale esso è un aiuto, un sostegno ma anche uno stimolo per la scolta a cui fornisce forza e costanza, coerenza e fede. Baden Powell immagina la vita come una canoa che scivola lungo un fiume impetuoso dal quale affiorano pericolosi scogli, ovvero gli scogli della vita; alcuni facili da vedere ed aggirare, altri, più insidiosi, sono meno visibili e quindi più pericolosi, essi sono: i cavalli,il vino, gli uomini, cucù e ciarlatani e irreligiosità (approfindisci nella sezione chiaccherate).
Lo scoltismo insegna a governare con fiducia e fede la propria canoa: “rema nella tempesta con la testa, il cuore e i nervi saldi, senza scostarti dalla tua rotta”.
Lo Scoltismo non può che condurre al Padre Celeste perchè non ci sono altri fini ultimi.”Tutto ciò che porta lontano da Dio è intralcio, sradicalo e gettalo lontano”. Ma è pur vero che questo difficile cammino verso il Sommo Bene richiede il superamento di numerose tappe intermedie.

Progressione

Le tappe della progressione sono le seguenti:

Passaggio al Fuoco: la cerimonia del passaggio al Fuoco di una guida avviene a 16 anni in relazione alla maturazione psicologica;

Ascesa al Fuoco: la cerimonia dell’ascesa avviene dopo circa 2 mesi dalla sua entrata al Fuoco la ragazza compie l’ascesa con la quale viene sancito il suo ingresso ufficiale al noviziato;

Impegno: la cerimonia dell’impegno avviene dopo almeno 2 anni di formazione e dopo aver partecipato a 2 campi mobili estivi, la novizia Scolta può chiedere di pronunciare l’impegno. L’impegno è l’atto voluto dalla novizia Scolta e accettato dalla capo Fuoco, con cui coscientemente la ragazza si impegna all’osservanza pratica dei principi esposti nella Carta di Fuoco, sottoscrivendoli con la propria firma;

Partenza: la cerimonia della partenza avviene dopo aver compiuto il ventunesimo anno di età, la Scolta chiederà alla capo Fuoco la “partenza”, con la quale diverrà una R-S, entrando così a fare parte a pieno titolo della comunità Capi del Gruppo.

Il metodo scout applicato alla branca Scolte è fondato su tre pilastri portanti:
Strada, Comunità e Servizio, legati insieme dalla Fede.

I Pilastri dello Scoltismo

Il Metodo di BP viene declinato nello Scoltisimo nella metafora dei “tre pilastri”, rappresentanti come un treppiedi.
Ogni pilastro rappresenta uno dei tre punti fondamentali del metodo, che sono Strada, Comunità e Servizio.
Così come per il treppiedi, questi sono tutti fondamentali per una Scolta e ognuno svolge il proprio ruolo solo se accompagnato dagli altri due.
Infine la corda che li tiene uniti rappresenta la Fede in Dio, che deve essere sempre presente affinché il sistema educativo si regga e funzioni.

La comunità

Il Fuoco è il luogo dove si vive lo Scoltismo con intensità e costanza.
Si tratta di un ambiente amichevole, fondato sull’accettazione degli stessi ideali.

È qui che le Novizie cominciano a muovere i primi passi nella scoperta del meraviglioso progetto che Dio ha in serbo per loro.

Nella Comunità inizia ad attuarsi quanto viene espresso da Cristo :

…… dove due o tre sono riuniti nel mio nome , io sono i mezzo a loro …..”.

Ciò infonde forza e coraggio a tutta la Comunità, fondamentali lungo un percorso fatto di gioie,
fatiche, momenti scoraggianti ma anche di profonda consapevolezza. Così la Scolta cresce fino al momento in cui è pronta a lasciare il Fuoco per vivere la propria personale vocazione.

La strada

Per noi Scolte la Strada è occasione per vivere e assaporare la spiritualità.
Cristo, infatti, ha voluto presentarsi a noi come unica vera via che porta al cielo: “Io sono la via, la verità e la vita “.

La Strada non sempre segue un’unica direzione, non si tratta di un percorso rettilineo, anzi spesso essa è insidiosa, ricca di ostacoli e bivi.
Si presenta insomma, così come la vita, come un’Avventura.

In questo modo la Scolta vive, assapora e fa suo il senso dell’”Essenzialità”, perché costretta e
liberarsi da pensieri di troppo, oggetti superflui e paure, che vanno affrontate.

Il servizio

Servire è una scelta che nasce dalla convinzione che la vita va dedicata a Dio nei fratelli:”….come
puoi amare Dio che non vedi, se non ami i fratelli che vedi?…”.

Nel primo anno di Fuoco alle Novizie Scolte viene insegnato il Servizio nella misura della “Buona Azione”.

Alimentato poi di anno in anno, grazie ad esperienze sul territorio o a contatto con le più disparate ed invisibili realtà o con le sorelline Coccinelle e Guide più piccole, lo spirito di Servizio diventerà per lei la sua ragione di Vita:
“…senza volontà di servire, l’esperienza
stessa dello scout non si giustifica più: può anche scomparire”.

Così scoprirà in quale forma ella e chiamata a Servire Dio, la Chiesa, la Patria, una volta Donna.

La storia dello Scoltismo

Negli anni ’40, con la caduta del fascismo, lo scautismo in Italia conobbe una rinascita: nonostante l’occupazione tedesca nell’Italia settentrionale dal ’43 al ’45 e nonostante le associazioni scout fossero già state dichiarate illegali dal regime fascista, alcuni gruppi scout come le Aquile
Randagie ed ex Capi ASCI, contribuirono attivamente alla Resistenza.
Negli stessi anni ’40, il Guidismo dell’AGI vide la formazione di “Fuochi” di ragazze che si preparavano a diventare Capo. In particolare il “Fuoco Roma 1” scelse di adottare il fazzolettone blu, per questo oggi indossato dalle Capo brevettate.

Il primo incontro nazionale Scolte si tenne ad Assisi nel 1947, ed ebbe come scopo quello di consolidare l’ideale della “Spiritualità della Strada” e l’importanza della “Route” nella Branca.
Il famoso “Canto del Coprifuoco” che era l’inno medievale della città di Assisi, venne proposto tra le 114 partecipanti come segno di comune ideale; per questo ancora oggi è utilizzato come inno delle Scolte.
Il nome “Scolte” richiamava l’antico significato di “sentinella che ascolta” colei che “porge l’orecchio alla canzon”, ovvero il Richiamo che viene dalla Strada e che la chiama ad essere “sempre pronta a servire”.
Gli incontri nazionali continuarono, influenzati da elementi francescani e da S. Caterina da Siena, patrona delle scolte.
Dopo la guerra, un periodo di trasformazione del ruolo delle donne, la Branca Scolte aveva il compito di formare donne di carattere. Questo impegno la portò a partecipare alla revisione del Metodo, riconsiderando la propria missione alla luce dell’esperienza, della storia, della cultura contemporanea e del Concilio Vaticano II. L’evoluzione culminò nella Magna Carta, che ridefinì il metodo scout.
Agendo come cittadine e cristiane al servizio del prossimo, la Branca Scolte si integrò attivamente nella società e fu coinvolta nei dibattiti civili e politici dell’Italia degli anni ’60 e ’70.
Le Scolte (AGI e UNGE) successivamente parteciparono attivamente al servizio durante calamità naturali, come i terremoti e l’alluvione di Firenze.
La fusione con le associazioni maschili segnò un passo significativo nell’evoluzione dello Scoltismo, consolidando l’unità e aprendo nuove prospettive per la formazione di giovani cittadini impegnati e consapevoli, indipendentemente dal genere.

La branca Scolte, nel momento in cui fu fondata, scelse come santa protettrice Santa Caterina Da Siena, ricordata per il suo coraggio, la sua infusa sapienza, la totale fedeltà a Cristo.
I due simboli che la raffigurano sono il giglio e il libro, simbolo di purezza e conoscenza.

Santa Caterina da Siena

Nasce a Siena il 24 Marzo 1347 da una famiglia di imprenditori tessili. Al contrario delle altre donne medievali “famose”, di Caterina ci sono giunti molti scritti, non solo delle lettere che lei scrive ai papi o delle sue esperienze mistiche, ma anche di Raimondo da Capua, suo confessore che le stette accanto per maggior parte della sua vita, a cui lei e la madre raccontarono gran parte di ciò che si conosce si questa mistica Santa.

Caterina era la ventiduesima insieme alla sua gemella Giovanna che purtroppo morì neonata: fu la prima figlia che la madre allattó a lungo, molto più di tutti gli altri. Le visioni di Caterina, sia da piccola che da adulta furono molteplici, ma la prima volta che gli apparse Gesù ella aveva soltanto sei anni. mentre
camminava con suo fratello ad un tratto vide Gesù vestito da papa che le fece capire che sarebbe dovuta diventare la sua sposa. La bimba Caterina, estasiata da questa visione, per paura di non essere creduta non rivelò a nessuno quello che aveva visto. Fin da subito comprese la propria vocazione: prestare servizio a Dio per il bene altrui; cosi la propria vita iniziò ad essere dedita al sacrificio. Dai sei ai dodici anni continuò con i digiuni tenendosi nascosta da tutti. Raggiunta l’età del matrimonio (14 anni), i suoi genitori decisero che era arrivato il momento di trovarle marito, lei inizialmente era in disaccordo, la madre allora decise di affiancarla alla sorella maggiore per convincerla.
Nel momento in cui si era convinta però, la sorella mori di parto, e Caterina iniziò a sentirsi responsabile dell’ accaduto, e per punirsi si inflisse pene corporali. Fù tanto convinta nel non sposarsi da arrivare a tagliarsi i capelli: solo a quel punto i genitori si convinsero della sua vocazione.

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Durante la vita da adulta condusse un attività intensa a livello sociale, sia tra i cittadini che a membri ecclesiastici; Caterina infatti venne accerchiata di seguaci che la ascoltavano parlare e prendevano nota di tutto ciò che lei diceva (anche grazie a questo si conoscono le sue note biografiche). Dal momento che in quel periodo il Papa era stato trasferito ad Avignone (scisma d’Occidente che durò dal 1278 al 1714) lei stessa
scrisse una lettera al Papa dove lo invitava a fare ritorno a Roma.
Ella poi morì a soli 33 anni il 29 aprile 1380, sfinita dalle penitenze.
La storia di Caterina è la storia di una donna speciale, mistica, che ha
donato la propria vita per esser eunuchi esempio sociale e religioso.
Caterina è stata si una donna medievale, ma una donna che si è distinta
nel suo operato, e soprattutto nel suo rapporto con Dio. La branca Scolte
la ricorda perché così come lei, le scolte sono sentinelle, pronte al
servizio della comunità. Proprio per l’immagine che ha lasciato di sé,
Caterina è anche la santa protettrice delle infermiere, delle croce rossine
italiane e copatrona d’Italia insieme a San Francesco.
Le Scolte trovano in lei un esempio che possa essere il simbolo di una
branca dedita al servizio e alla comunità, fruibile a tutte le generazioni di
scolte

Consigli per le scolte

Se potessi dare un consiglio a queste nostre scolte, quale sarebbe?

Di avere molto coraggio e di continuare imperterrita e vi consiglio di consacrarvi a Maria, così da conoscerla meglio, e in questo modo apprezzerete ancora di più la Strada, la Comunità, il Servizio. Entrerete nelle profondità di questa realtà, nella profondità del nostro cuore, perché solo Maria ve lo può insegnare.

Giuseppina Giurlando

Capo scout che ha prestato servizio principalmente nella terza branca

Che consiglio vorresti lasciare alle scolte?

Una cosa a cui tengo tanto è l’importanza di fare strada in route, che ormai sono un po’ svalutate… Bisogna invece attaccarsi con tutte le forze a quello che può insegnare la Strada! Io, che sono sposata da sette anni, se sono ancora sposata con mio marito è proprio perché la strada mi ha insegnato che quando fai più fatica poi alla fine arrivi in cima e se non molli ci sono panorami pazzeschi. Tutto questo va   portato ogni giorno nella vita, non pensando per un momento gli scout, tutto questo lo facciamo per far vivere le persone da bravi cittadini, non semplici Capi scout, e in questo serve tanto.

Aline Cantono di Ceva

Commissaria nazionale delle scolte dell’Associazione Scout d’Europa

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